
Chiunque posti sull'altrui bacheca Facebook messaggi offensivi commette il reato di diffamazione aggravata (art. 595 co. 3 c.p.)
Con due recenti sentenze (nr. 7264/2016 e nr. 8328/2016) la Quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha ribadito un principio di diritto che oramai può definirsi granitico.
L'uso del social network integra uno degli "altri mezzi di pubblicità" che fanno scattare l'aggravante prevista dal terzo comma e mutano la competenza a giudicare in favore del Tribunale Monocratico.
La Corte assimila le relazioni all'interno dei social network a quelle interpersonali con la conseguenza che, chiunque scriva commenti o post offensivi nei confronti di altro utente risponderà di diffamazione aggravata. La portata potenzialmente illimitata delle offese nell'ambito di un rapporto interpersonale allargato ad un gruppo indeterminato di aderenti - come avviene su Facebook e per i social network in generale - giustifica l'aumento di pena.
Avv. Alberto Bernardi
Studio Legale Maisano
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Scarica la sentenza Cass. Sez. 5 nr. 7264/2016