
Con l’ordinanza depositata l’11 febbraio scorso la Prima sezione penale della Corte di Cassazione ha finalmente chiamato in causa le Sezioni Unite su una questione di diritto particolarmente delicata in considerazione dei beni giuridici in gioco.
Sarà infatti il massimo consesso della Suprema Corte a stabilire se l’indisponibilità da parte della p.g. di braccialetti elettronici possa precludere l’applicazione della misura cautelare domiciliare.
L’intervento era stato invocato da più parti (qui potete leggere il nostro intervento pubblicato su Giurisprudenzapenale.com) in considerazione dei due orientamenti fortemente discordanti seguiti dalle sezioni semplici.
Da una parte l’orientamento, fortemente propugnato dalla Seconda Sezione in base al quale nessun vulnus ricorre qualora gli arresti domiciliari, seppur in astratto concedibili, siano in concreto negati per indisponibilità di braccialetti.
L’orientamento avverso, invece, sostiene che il braccialetto non sia una cautela che rende adeguata la misura domiciliare bensì uno strumento con il quale l’indagato dimostra la sua capacità di autolimitazione accettando di indossarlo e che pertanto l’indisponibilità dello stesso non inficia l’applicabilità della misura.
Toccherà alle Sezioni Unite sciogliere il contrasto giurisprudenziale.
Avv. Alberto Bernardi
Studio Legale Maisano
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